Il Tredicesimo Cavaliere

Scienze dello Spazio e altre storie

Perché si legge la Fantascienza e perché no.

Samuel Taylor Coleridge

Sospensione dell’incredulità? No, desiderio attivo di credere nella Fantascienza, desiderio di esser fantascientificamente creduli.

(nell’immagine: Samuel Taylor Coleridge)

Quando si parla di sospensione dell’incredulità si dice spesso “come dicono gli sceneggiatori americani”. In realtà, è vero che gli sceneggiatori americani nei loro libri su come i scrivono le sceneggiature sono stati i principali divulgatori del concetto di suspension of disbelief, ma in realtà questa è stata teorizzata per la prima volta in Inghilterra da Samuel Taylor Coleridge nel lontano 1814.

«… venne accettato, che i miei sforzi dovevano indirizzarsi a persone e personaggi sovrannaturali, o anche romanzati, ed a trasferire dalla nostra intima natura un interesse umano e una parvenza di verità sufficiente a procurare per queste ombre dell’immaginazione quella volontaria sospensione del dubbio momentanea, che costituisce la fede poetica

 

Samuel Taylor Coleridge, Biographia literaria – capitolo XIV

Qui trovate la voce di Wikipedìa che ne parla. e qui una buona definizione del sense of wonder

In altre parole la sospensione dell’incredulità è una specie di patto fra l’autore ed il lettore: tu sospendi temporaneamente la tua incredulità ed in cambio io ti racconterò una storia che merita di essere raccontata.

 

Isaac Asimov(nell’immagine: Isaac Asimov)

Secondo me questo NON vale specificamente per la Fantascienza. Anche se vale per tutti i racconti, per tutti i media, per tutte le storie. Valeva ad esempio anche per gli aedi che cantavano l’Odissea nelle bettole del Pireo 27-28 secoli fa. Perché era anche lì che l’Odissea veniva “cantata”: non dimentichiamo che l’Odissea è stata materialmente scritta nel 3zo secolo AC, ad Alessandria d’Egitto, dagli intellettuali ellenistici che gravitavano intorno alla Biblioteca, ma che molti secoli prima era un poema cantato a memoria ed era un “consumo” popolare. E per credere a Polifemo, alle Sirene, a Scilla ma anche a Calipso e Circe occorreva sospendere la propria incredulità: i Greci non erano mica stupidi, non credevano davvero a tutti i loro miti!

Ma è così anche per leggere Tolstoi o Ian Fleming. Tu autore racconti ed io anziché diffidare di te, piuttosto che pensare che mi stai dicendo un sacco di sciocchezze che ti sei inventato tu, mi fido e ti sto a sentire. E’ così da millenni, in tutto il mondo.

Per la fantascienza però secondo me è diverso, almeno un po’.

Deve esserlo per forza. Si sa: non tutti amano la fantascienza, e sia chiaro, è un loro diritto. Anzi, in realtà i lettori di FS sono notoriamente una minoranza.

Perché ci sono tanti lettori, e perfino lettori “forti” che non amano la FS? Attuano comunque una sospensione dell’incredulità quando leggono qualunque altra cosa, perché non lo fanno per la FS? Molti non ci provano nemmeno. Nemmeno lo cominciano a leggere un romanzo di FS, tanto sanno già che non gli piacerà. Come lo sanno? Ne hanno sentito parlare, hanno visto un film, letto un fumetto, insomma sanno di cosa si tratta e non ne vogliono sapere. E va bene, ripeto, diritto loro. Sarebbe interessante chiedersi perché, e perché il 94% delle donne non legge FS a fronte del 70% degli uomini. Ma questo è un altro articolo.

 

dick(nell’immagine: Philip K. DicK)

Ma perché gli altri, gli appassionati, invece la leggono? Perché la leggo io, la leggiamo noi?

Di sicuro ci saranno molti motivi personali ma secondo me c’è un elemento comune. La ricerca del sense of wonder, certo, ma sostenuto da un elemento scientifico.

Io non voglio solo essere stupito, io voglio essere stupito con un elemento al tempo stesso fantastico e scientifico, perché se è entrambe le cose è più forte e maggiore sarà la mia meraviglia ed il mio piacere nella lettura.

Non voglio solo sospendere la mia incredulità, voglio anche essere più credulo del solito ma su base scientifica.

Qualunque eroe è forte, ma Superman vola ed è invulnerabile. Salgari mi porta in Malesia, ma Asimov nel futuro più remoto, Tolstoi mi parla di guerra e di pace, ma Van Vogt o Farmer mi parlano di nemici che sono molto più alieni dei Francesi contro i Russi.

Non so cosa sia “la scienza”, è troppe cose messe insieme, ma so che rende possibili cose apparentemente impossibili e lo sta facendo da almeno tre secoli.

Un vampiro può farmi paura, ma quando la storia è finita, io lo so che il vampiro non esiste. Quando esco dall’aver visto “Alien” al cinema, sono ben contento che lui (anzi “lei”, è una femmina!) resti sul suo pianeta, meglio ancora, sono contento che non ci siamo ancora arrivati. Ma dove potremmo arrivare, dove prima o poi probabilmente arriveremo.

Io leggo fantascienza perché voglio essere credulo, fantascientificamente credulo. La sospensione dell’incredulità non mi basta, io voglio proprio credere che una certa cosa meravigliosa può accadere, che è fantastica ma scientificamente possibile. Quindi fantascientifica. Ci voglio credere. Non tutti ci riescono.

 

william-gibson

(nell’immagine: William Gibson)

Per questo la Fantascienza è ansiogena ed antipatica.

E per questo è bene leggere la Scienza della Fantascienza

Non credo che questo articolo attirerà anche un solo lettore in più verso la FS, né lo considero importante. La FS un lettore se la trova sempre lungo la propria strada, o prima o poi, più facilmente prima che poi. O gli piace o no, pari e patta.

Tutti gli altri comunque la vedono al cinema, le sale sono sempre piene di spettatori per i film di FS che vengono regolarmente prodotti e distributi (quasi esclusivamente americani…), ma la FS viene consumata anche sotto forma di altri media, dai fumetti ai video, ai cartoni animati, alle pagine di pubblicità, a mille altri stilemi.

Bene così e buona lettura. Per chi ci vuol credere, certo.

MASSIMO MONGAI

27 luglio 2015 Posted by | Fantascienza, Letteratura e Fumetti | , , | 2 commenti

I pianeti extrasolari e un nuovo modo di leggere il vostro blog preferito

planetspianetiextrasola

Cercavamo da tempo di avvicinarci alla tematica dei pianeti extrasolari (esopianeti), ma la materia è vastissima e complicata, e sinceramente non sapevamo da che parte incominciare, quando il nostro nuovo alleato Stephen Bianchini ci ha segnalato il successo di una serie di piccoli articoli dedicati all’argomento, apparsi sul suo blog The Earthian Hivemind, con la scusa di raccogliere materiale utile agli scrittori di fantascienza per la creazione di nuove ambientazioni. Abbiamo colto l’invito al volo: Stephen è un buon divulgatore e un eccellente tutor, non potevamo proprio chiedere di meglio.

Ma c’è di più. I lettori più attenti ricorderanno senz’altro un breve articolo apparso su queste pagine il 6 marzo scorso, intitolato Decisioni, in cui si presentava un progetto, possiamo dire, di ringiovanimento del blog. Da allora ci siamo scervellati invano per trovare il materiale, il tema che si adattasse meglio alle nostre esigenze di “decollo dolce”, finché non è arrivato Mastro Stephen con i suoi regali e tutti i pezzi del puzzle sono andati a posto.

Ecco quello che faremo: inauguriamo oggi la formula dei cosiddetti colonnini, con un primo poker di articoli introduttivi sugli esopianeti, gentilmente offerti da The Earthian Hivemind, del quale noi siamo i traduttori. Potete vederli qui a fianco. Seguirà, il mese successivo, un nuovo poker di articoli sugli esopianeti, ma qui cominceremo ad offrire elaborazioni nostre, svincolandoci poco a poco dal sostegno dell’ottimo Bianchini. E siamo a settembre: un altro balzo in avanti degli astrononni (tra non molto cryptocyborg), che dedicheranno la quaterna dei colonnini del mese all’apertura verso un settore nuovo per noi e difficilissimo: la geopolitica planetaria, e più precisamente all’arrivo dell’India nel novero delle nazioni maggiormente impegnate nell’esplorazione dello spazio. E vorremmo continuare così, aggiornando i colonnini ogni mese, ma con la segreta ambizione di arrivare a farlo, in futuro, una volta ogni quindici giorni. Chissà.

ROBERTO FLAIBANI

20 luglio 2015 Posted by | News | , | 3 commenti

I Congiurati di Plutone 2.0

 Scienziati festeggiano NHIn qualità di astrononni ci piace poco rincorrere la cronaca, tanto più se fila alla bellezza di 16 km al secondo. Preferiamo metterci in retroguardia, ragionare e lasciare spazio al nostro istinto di segugi. Così capita di ritrovare nei cestini della carta straccia di editori (professionali o amatoriali) infinitamente più grandi e ambiziosi di noi, delle perle perdute. Ne parleremo nelle prossime settimane. Mentre indaghiamo, però, non possiamo non essere coinvolti dalla frenesia del momento storico, e vogliamo esserci anche noi per la foto di gruppo. Vi proponiamo quindi “I Congiurati di Plutone 2.0”, versione appena rinfrescata di un articolo che quando uscì, ormai più di 2 anni fa, piacque a molti … (RF)

(nella foto: esultano i soci fondatori della lobby dei Congiurati di Plutone –  da sinistra a destra: Cathy Olkin, Jason Cook, Alan Stern, Will Grundy, Casey Lisse, and Carly Howett. Foto di Michael Soluri.

 Sebbene il cielo sia assolutamente terso, cade una neve leggera: è il freddo estremo della sera che fa solidificare il metano e l’anidride carbonica della tenue atmosfera del pianetino. I cristalli ricoprono il terreno gelato, e consentono a un piccolo gruppo di sportivi di muoversi sui loro sci riscaldati (per favorire la sublimazione del ghiaccio secco e aumentare la scivolosità) e concedersi qualche ora di sci di fondo nel morbido paesaggio notturno. Più tardi, per niente affaticati da una forza di gravità molto inferiore a quella terrestre, volta la direzione di marcia verso le luci lontane dell’avamposto, vedranno il Sole sorgere sulle colline, anonima stellina un po’ più brillante delle altre. Quanto basta però per innalzare la temperatura al suolo di un paio di gradi e dare inizio al processo di sublimazione su larga scala, che riporta metano e anidride carbonica in forma aerea. Mentre i terrestri ripongono gli sci e si apprestano al loro turno di lavoro, qualche volta, specie in estate, a grande altezza si formano pochi, pallidi cirri che tingono il nero cielo di Plutone con morbidi toni di giallo, bianco e rosa. Dopo 85 anni dalla sua scoperta, dopo essere stato declassato a pianeta nano e aver ricevuto il numero asteroidale 134340, il 14 luglio 2015 Plutone sarà raggiunto e sorvolato alla distanza di circa 10.000 km. dalla sonda New Horizons.

Plutone SistemaSiete liberi di non crederci, ma ormai è un fatto storico comprovato: la lobby scientifica conosciuta come “I Congiurati di Plutone”, fu costituita nel maggio 1989 a Baltimora, in un piccolo ristorante italiano, consumando pizza e vino rosso. C’erano Alan Stern, vero padre del progetto, del Southwest Research Institute di Boulder in Colorado, oggi Principal Investigator della missione New Horizons, e una decina tra planetologi, esperti di asteroidi e qualche ingegnere. I Congiurati si diedero il compito di convincere la NASA a organizzare una missione diretta al sistema di Plutone nel minor tempo possibile. L’iniziativa ebbe dapprima buona accoglienza e il progetto dei Congiurati, chiamato Pluto 350 (il numero si riferiva al peso della sonda in kg) fu sottoposto a studi più approfonditi. Negli anni successivi, però, lo stesso Alan Stern, nella sua qualità di presidente del Gruppo Scientifico di Lavoro sui Pianeti Esterni, accantonò Pluto 350 preferendogli il Pluto Fast Flyby, un progetto che si basava su una coppia di veicoli spaziali gemelli del peso di soli 75 kg ciascuno, ideati da Robert Staehle e Stacy Weinstein del Jet Propulsion Laboratory (JPL) di Pasadena. Stern, inoltre, aggregò all’impresa l’Istituto russo di Ricerca spaziale (IKI), che si offrì di fornire due piccoli lander destinati a Plutone, e l’economico razzo vettore Proton. Il nome della missione fu cambiato in Pluto Express, si era nel 1995.

Cintura KuiperNegli anni che seguirono il progetto fu sottoposto a feroci critiche di carattere economico e a nulla valse l’ampliamento della missione ad alcuni oggetti transnettuniani. Nell’autunno del 2000, la NASA tentò perfino di cancellare la missione, ma Ted Nichols, uno studentello di liceo, raccolse su Internet, in una sola settimana, ventimila firme in calce a una petizione di protesta, e l’Agenzia dovette fare un passo indietro, garantendo la fattibilità della missione, purché non costasse più di 500 milioni di dollari. Fu indetta una gara dalla quale emerse vincitore il progetto New Horizons così com’è oggi. Nel 2003, infine, la missione dovette essere difesa da un altro tentativo di siluramento, questa volta a opera della Casa Bianca, sotto pressione a causa della crisi economica.

La sonda venne lanciata il 19 gennaio 2006, giusto in tempo per sfruttare, alla fine di febbraio 2007, l’effetto fionda gravitazionale di Giove che generò un incremento della sua velocità di 4 km/s, indispensabile per presentarsi al flyby con Plutone, nel 2015, alla velocità residuale di ben 16km/s. Dopo il flyby, infatti, la sonda continuerà il suo viaggio di esplorazione addentrandosi nella Fascia di Kuiper per una decina d’anni, finchè il piccolo generatore termico a radioisotopi (RTG) con cui è equipaggiata sarà funzionante. La NASA ha già pronte nuove possibili destinazioni. A chi chiede come mai non sia stato previsto che New Horizons entrasse in orbita intorno a Plutone, per una esplorazione più approfondita, i responsabili della missione rispondono che ciò è dovuto proprio all’alta velocità con cui la sonda si muove: la frenata che sarebbe necessaria per effettuare tale manovra comporterebbe un enorme consumo di carburante.

New Horizons dettagliLa sonda pesa 481 kg, di cui 30 costituiti da strumentazione scientifica (vedi foto a sinistra) e monta un’antenna a disco di 2,5 metri per tenere i contatti con la Terra. Il viaggio viene effettuato per la maggior parte del tempo in condizione di “ibernazione elettronica” per risparmiare energia; condizione da cui esce per brevi periodi programmati, allo scopo di verificare la rotta, il funzionamento dei sistemi di bordo e per caricare gli aggiornamenti del software. Costo della missione: 650 milioni di dollari.

ROBERTO FLAIBANI

Per concludere forniamo qui di seguito alcuni link che saranno utili a chi vorrà seguire l’evento in diretta:

sito ufficiale

Planetary Society

MISSIONE NEW HORIZONS – PLUTONE-CARONTE (in italiano)

Fonti:

I Congiurati di Plutone” –  versione origiinale

Molte grazie a Wikipedia, Michael Soluri, NASA, JPL

13 luglio 2015 Posted by | Astrofisica, Astronautica, Planetologia | , , , | Lascia un commento

“Predestination”: film in sala!

predestination1Qui troverete un commento critico al film di Repubblica, più altri tre brevissimi commenti di altri giornali. Qui niente spoiler.

Qui un interessantissimo articolo di dicembre 2014 di Andea Viscusi scritto quando il film non era ancora uscito in Italia. In campana, questo contiene spoiler.

E dato che Internet è ben strana, qui trovere direttamente il film se non vi va di andare in sala. Devo dire che di solito io preferisco andare a cinema, non costa poi tanto in mezzo alla settimana, i primi due spettacoli e poi fra poco ho 65 anni, ma molte cassiere già ci credono o fanno finta di crederci, l’unica moneta vera per me ormai è il tempo e quello lo spendo sia al cinema sia davanti al mio computer. Io l’ho visto al cinema, ma fatto sta che qui lo potete vedere senza spendere. Il film è meno bello visto su schermo piccolo, ma quello è.

Da qui in poi tutto questo mio articolo è un ininterrotto spoiler del film.

Una premessa: fare un film o scrivere un romanzo imperniato sui viaggi nel tempo non può che provocare paradossi insormontabili. Ancora devo vederne uno che non lo faccia. Il paradosso, le contraddizioni logiche, la trama ingarbugliata sono una conseguenza inevitabile dei viaggi nel tempo. Per forza. Dato che però sono estremamente intriganti, continuano a farli e gli spettatori, almeno io, continuano ad andarli a vedere.

Ma “Predestination” pur essendo tratto da un racconto del grande Heinlein contiene una contraddizione insanabile, una di quelle contraddizioni “scientifiche” che in teoria vanificano la costruzione stessa della storia.

Un film o una storia di FS può contenere infinite improbabilità, ma nessuna esplicita impossibilità scientifica. Se c’è va spiegata, aggiustata, aggirata con argomentazioni fantascientifiche, con éscamotage di trama, plot-point o quello che vi pare. Va eliminata, nascosta, sublimata.

Ad esempio se vuoi far volare una astronave ad una velocità superiore a quella della luce ti devi inventare il motore a curvatura spaziale, un mondo parallelo, l’iperspazio, quello che ti pare, ma dire che lo può fare e basta, no, non puoi dirlo; se vuoi creare un posto molto freddo, sotto lo zero assoluto, -273,15 gradi centigradi non lo puoi mettere, non esiste e non può scientificamente esistere una cosa come 1000 gradi sotto zero. Eccetera.

Bene in questo film/racconto (che ho letto cento anni fa e già allora non mi aveva convinto) c’è una impossibilità: gli ermafroditi umani completi ed in grado di riprodursi sia come uomini che come donne non esistono, se li vuoi li devi creare in laboratorio.

predestination3ARRIVA LO SPOILERONE!

Sintesi della storia.

1945: la bambina Jane viene trovata davanti all’orfanotrofio.

Cresce e da adulta sta per entrare in un corpo speciale di donne “assistenti” di astronauti.

Però viene scartata, gli viene detto per una rissa, mentre c’è un altro motivo di cui si sono accorti i medici ma che non le è stato detto.

Poi incontra un uomo, ci fa l’amore, resta incinta, l’uomo scompare.

Jane partorisce una bambina cui dà il suo stesso nome.

La bambina però viene rapita, e scopriremo poi portata nel passato all’orfanotrofio, proprio quello lì: è lei stessa, Jane ha partorito sé stessa.

Jane a questo punto scopre di essere una specie di ermafrodita, la sua parte femminile è compromessa ed invece viene chimicamente e chirurgicamente sviluppata quella maschile: gli asportano seni e vagina e gli costruiscono (come? Non si può ancora fare, figurarsi allora, e non esistono ermafroditi che abbiano “nascosto dentro” un pene) un efficiente apparato riproduttivo maschile: pene, testicoli, prostata e dotti deferenti, dai testicoli, alla prostata, all’uretra. Per forza: se no niente eiaculazione.

Così diventa uomo.

Una sera, ormai uomo, in un bar racconta la sua storia ad un barista, che gli rivela di essere un viaggiatore temporale e lo/la porta nel passato, dove incontra Jane cioè sempre sé stessa, e la mette incinta. Jane diventata John mette incinta sé stessa per partorire sé stessa. Forte. Peccato che sia impossibile.

Poi John viene coinvolto nei viaggi nel tempo e cerca di impedire che un terrorista compia degli attentati.

In uno di questi tentativi viene ferito e sfigurato, gli cambiano la faccia e diventa così il barista che parlerà a John. Sempre lui, sia chiaro.

Però diventa anche il terrorista, e questo non si capisce bene, quando come e perché.

In uno dei suoi viaggi il barista incontra un sé stesso invecchiato che è il terrorista e lo uccide

predestination4Il film finisce qui.

Jane, John, il barista, il terrorista sono sempre la stessa persona.

Ripeto: Jane bambina è partorita da Jane donna fecondata da John che è lei stessa: l’ovulo di Jane adulta insieme allo spermatozoo di John adulto si uniscono per formare Jane bambina che però è sempre lei, cioè Jane partorisce sé stessa con l’aiuto di se stessa diventata uomo, poi diventerà il terrorista che però sarà ucciso sempre da lui stesso.

Ripeto anche: io non ho capito quando come e perché il barista diventa il terrorista, si accenna al fatto che i troppi balzi nel tempo possono provocare follia. Il barista forse diventa il terrorista perché impazzisce, vive a lungo e poi viene ammazzato da sé stesso, che impazzendo diventerà lui, il terrorista?

Mh…

Il film non è chiaro, ci sono buchi di sceneggiatura belli grossi.

Ma contiene quella tale impossiblità: non ostante venga citato un caso come “realmente accaduto”, nella specie umana non si sono MAI trovati ermafroditi perfetti, ossia creature che sono contemporaneamente uomo e donna ed in grado di fecondare come maschi ed essere fecondati come donne, né men che meno di fecondare sé stessi.

Anche i viaggi nel tempo sono altamente improbabili, per così dire, ma l’umano ermafrodita va inventato a parte, costruito con una qualche ingegneria genetica dato che contrariamente a quanto detto nel film NON esiste in natura: tutti i casi registrati di umani ermafroditi sono sempre casi di individui “chimerici” che sono geneticamente o maschi o femmine con caratteri dell’altro sesso, ma non caratteri perfetti, ossia funzionanti.

Sono o uomini o donne, con alterazioni più o meno profonde nella genetica e dell’aspetto esteriore, di solito sono sterili e a volte sono in grado di riprodursi ma o come uomini o come donne, non entrambe le cose.

L’idea d’insieme è ottima, il film è interessante anche se un po’ confuso, cosa inevitabile nei film con i viaggi nel tempo, ma la perfetta intersessualità di Jane/John, data per certa, non esiste negli esseri umani.

E’ un errore.

Ho letto il racconto di Heinlein da cui è tratto il film, ma troppo tempo fa e non so dove sia; ma se questo particolare è lì dentro, resta un errore. Heinlein è un grande della Fantascienza ma su questa cosa a fatto a tirar via.

predestination5Il film è gradevole e ben girato, anche se come ho detto non è chiarissimo su alcuni punti. E’ costato poco, gli effetti speciali sono ridottissimi, è tutto un gioco mentale, è un bel tentativo. Io avrei chiarito la questione dell’intersessualità, o meglio della possibilità di riprodursi in entrambi i modi, anzi io l’ho fatto, mi sono inventato gli Ermà, appunto una popolazione di ermafroditi umani, ma appunto sono mutanti frutto di esperimenti di genetica che vivono 500 anni fa in uno dei racconti di Rudy “Basilico” Turturro.

Il fatto è che tutti pensano che scrivendo di fantascienza si possa stiracchiare la logica o i dati scientifici, anche un genio come Heinlein. Beh, era un genio ma su questa cosa ha toppato.

E’ difficile far quadrare ipotesi fantascientifiche e realtà scientifiche, ma il bello del gioco è proprio qui. Se ce la fai, quello che scrivi sarà forte! Ansiogena ed antipatica, certo, ma è questo il bello della fantascienza, il fatto che è ansiogena ed antipatica, perché parla della possibilità di altre realtà. Come ho già detto proprio qui sul Tredicesimo Cavaliere: orchi, lupi mannari e vampiri non mi fanno paura, Alien ed i suoi amichetti sì.

Poi , va bene, lo so anche io che oltre a sospendere l’incredulità occorre sospendere anche le proprie ossessioni. Vi ricordate i “formiconi” di “Assalto alla Terra”? Fantascientificamente parlando non sarebbero possibili, dato che gli insetti hanno un sistema di respirazione (non hanno veri polmoni) che ne limita le dimensioni: uno scarafaggione o un ragno da 25 centimetri sì, due metri no. Però quei formiconi erano il risultato delle radiazioni nucleari, hai visto mai? E comunque ancora oggi mi godo il film: la bambina che urla quando sente l’odore dell’acido formico ancora mi mette paura!

Un’altra considerazione strettamente genetica: Jane ha un cariotipo (ossia una mappa genetica, il suo DNA) che finisce con una coppia di cromosomi XX, perché questo accade in tutte le donne; John è maschio? Allora dovrebbe avere una mappa genetica che finisce con la coppia cromosomica XY, perché questo accade in tutti gli uomini. Com’è possibile? Se hanno un cariotipo XXY (esistono, ma di solito sono uomini con l’aspetto di uomini) andrebbe detto. Heinlein ha fatto a tirar via. E poi: quante sono le possibiltà statistiche che lo spermatozoo con 23 cromosomi di John (quelli e solo quelli a scelta casuale fra milioni) unendosi all’ovulo con 23 cromosomi di Jane (quelli e solo quelli a scelta casuale fra milioni) determini esattamente lo stesso cariotipo, identico, di Jane? Quante sono le im/possibilità statistiche che questo accada?

Nun ce pare, ma queste contraddizioni dentro la storia ed il film sono grosse come una casa, è come se ci fossero anche un lupo mannaro, Darth Vader/Fenner e Pippo Baudo. Per dire.

predestination2spoiler /spˈɔɪlər ‖ in it.spˈɔiler/

s.ingl. (pl. spoilers ), in it. s.m., invar.

1 In aeronautica, diruttore.

2 Negli autoveicoli, elemento della carrozzeria, di solito applicato nella parte posteriore, per evitare il risucchio dell’aria durante la marcia e consentire di conseguenza un migliore avanzamento del veicolo e un risparmio di carburante a parità di velocità.

3 Parte posteriore della tomaia degli scarponi da sci o di scarpe sportive, articolata con la parte anteriore per consentire una maggiore mobilità alla caviglia

Negli sci da discesa, dispositivo di plastica applicato a pressione vicino alla punta per evitare le vibrazioni che si verificano alle alte velocità e l’incrociarsi degli sci stessi.

4 Prolungamento della superficie della carena di un’imbarcazione a poppa, per aumentare la lunghezza del galleggiamento.

5 Anticipazione dei punti salienti della trama di un libro o di un film.

ETIMOLOGIA Propr. “saccheggiatore, spogliatore”

DATA 1983.

MASSIMO MONGAI

9 luglio 2015 Posted by | Cinema e TV, Fantascienza | , , , | 1 commento