Il Tredicesimo Cavaliere

Scienze dello Spazio e altre storie

Inedite riflessioni sulle Onde Gravitazionali

Non  è stato  semplice  trovare qualcosa di non banale da pubblicare sulle onde gravitazionali, dopo che tutta la stampa mondiale se n’era occupata estesamente per giorni e giorni. Noi speriamo di esserci riusciti traducendo questo articolo di Paul Gilster, a  mio avviso uno dei più grandi divulgatori e commentatori scientifici del nostro tempo. Articolo che abbiamo intenzione di arricchire nei giorni successivi con alcune schede tecniche.

Einstein Gernsback astronomia LIGO VIRGO RALPH124C41+

Nella foto sono riprodotte le registrazioni dell’evento che ha generato le onde gravitazionali captate dal LIGO. Come si può vedere i primi due tracciati riportano il tracciato dello stesso evento percepito nei due impianti. La terza registrazione è la sovrapposizione delle prime due.

I letttori noteranno quanto frequentemente nell’articolo è citato Kip Thorne: lo è perché, come Gilster, lo stesso  Thorne è tra quelli che da una vita cercano una nuova scienza che possa condurre un giorno l’Uomo  alle stelle. Fisica “esotica” l’hanno chiamata quelli del 100YSS, il movimento interstellare la cui nascita è stata formalizzata nel 2011, nel corso di uno storico meeting. E un’altra delle idee cardine del movimento interstellare, che accomuna Thorne e Gilster, è il riconoscimento alla fantascienza di ricoprire un ruolo che va oltre quello usuale di mera  predizione di eventi futuri, ma che riguarda la creazione di nuove idee e scenari di carattere scientifico, tecnologico, sociale, filosofico.  Non a caso Thorne è stato il principale consulente scientifico del regista Christopher Nolan sul set di Interstellar, e il motto del blog di Gilster suona come “Immaginare e pianificare l’esplorazione interstellare“. Sarà la scoperta delle onde gravitazionali il primo mattone del nuovo edificio della Fisica “esotica”? Nessuno lo sa. Di certo la previsione, o meglio l’augurio, del 100YSS che aveva fissato tra cento anni la data ultima per ottenere un completo business-plan dellla prima nave interstellare, ora appare meno difficile da realizzare.(RF)

“Einstein sarebbe raggiante

Così ha detto France Córdova, direttrice della National Science Foundation, mentre dava inizio alla conferenza stampa sulla scoperta delle onde gravitazionali. E non potrei non essere d’accordo, dal momento che questa scoperta ci fornisce l’ennesima conferma dell’attendibilità della Relatività Generale. Kip Thorne del Caltech (California Institute of Technology ndr.), che ha parlato di fusione di buchi neri già nel lontano 1994 nel suo libro Buchi Neri e salti temporali. L’eredità di Einstein  ha detto nella stessa conferenza stampa che Einstein doveva essersi sentito frustrato dalla mancanza di tecnologie disponibili in grado di rilevare le onde gravitazionali ipotizzate nella sua teoria, una mancanza colmata dopo un secolo grazie al contributo di LIGO.

Thorne è convinto che se Einstein avesse avuto a disposizione gli strumenti giusti avrebbe fatto egli stesso la rilevazione. Ma naturalmente gli strumenti non c’erano! Comunque sia, quel pensiero ha prodotto una strana risonanza per molti decenni dalla comparsa della Relatività Generale (RG), fatto che mostra quanto essa abbia cambiato la natura della nostra visione dell’universo. Nel 1911, appena quattro anni prima che Einstein pubblicasse la RG, Hugo Gernsback iniziò a parlare di onde gravitazionali. Questi, futuro direttore della prima vera rivista di fantascienza Amazing Stories, pubblicò il suo romanzo Ralph 124C 41+ proprio nel 1911, in una rivista chiamata Modern Electrics.

Ecco come, nel periodo di poco antecedente la pubblicazione della Relatività Generale, Gernsback ha parlato delle onde gravitazionali, mentre l’eroe del romanzo, Ralph, rifletteva sul suo ultimo dispositivo:

Si sapeva che alcune correnti ad alta frequenza originerebbero un’interferenza con le onde gravitazionali, poiché nella prima parte di questo secolo era stato provato che la gravitazione era effettivamente una forma d’onda, come quelle luminose o radio. Quando questa interferenza tra i due tipi di onde, ovvero le gravitazionali e le elettriche, è stata scoperta, si è riscontrato che uno schermo metallico caricato da onde elettriche ad alta frequenza in effetti annullerebbe in una certa misura la gravitazione…

E così via. Gernsback fece del suo meglio (e forse perfino troppo), ma come avrebbero potuto i suoi poteri di previsione far fronte alle onde gravitazionali? Dopo tutto, la sua epoca era abituata a trattare i fenomeni elettromagnetici. La Relatività Generale avrebbe presupposto una radiazione gravitazionale che, come le onde elettriche da lui menzionate, viaggiasse attraverso lo spazio alla velocità della luce. Ma le onde gravitazionali sono esse stesse distorsioni, increspature, nello stesso spazio-tempo. Aver rilevato onde gravitazionali, quindi, significa che abbiamo avuto un’altra prova a favore della Relatività Generale in una sorta di radiazione diversa da qualsiasi altra Gernsback avrebbe potuto immaginare.

Finalmente la scoperta

Come per le fluttuazioni di espansione e contrazione dello spazio-tempo, possiamo pensare alle onde gravitazionali come un movimento di compressione e stiramento dello spazio. L’accelerazione dei corpi dovrebbe produrre queste increspature, ma solo gli eventi più vasti – l’esplosione di una supernova, una coppia di stelle di neutroni in fusione, o addirittura la collisione tra due buchi neri – sarebbero sufficienti a produrre onde che siamo in grado di rilevare. L’esperimento condotto presso il Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory (LIGO) è stato finalizzato alla ricerca di queste onde per più di un decennio, con un Advanced LIGO più aggiornato in uso dallo scorso settembre e di gran lunga più sensibile rispetto al suo predecessore.

LIGO è impegnato dal 2002 nella ricerca delle onde gravitazionali e ha coinvolto nel lavoro circa 1000 scienziati. L’apparato laser interferometrico, installato presso gli osservatori di Hanford nello Stato di Washington e Livingston in Louisiana, si basa sul fatto che il passaggio di un’onda gravitazionale dovrebbe modificare lo stesso dispositivo, riducendo o ampliando lo spazio tra i due oggetti.

Un singolo fascio laser viene separato in due fasci gemelli, inviati su percorsi diversi perpendicolari tra loro dentro canali sotto vuoto lunghi quattro chilometri, fatti rimbalzare su specchi lungo il percorso e alla fine fatti ricombinare, di nuovo allineati. Il passaggio di un’onda gravitazionale attraverso l’esperimento dovrebbe essere in grado di variare la distanza dei due percorsi, il che significa che i fasci non sarebbero più in allineamento, in breve non si annullerebbero più a vicenda. Le variazioni risultano essere poco più di una piccola frazione dell’ampiezza di un nucleo atomico, ma si sono dimostrate rilevabili.

Una data da ricordare

Ora sappiamo che le prime onde gravitazionali sono state rilevate il 14 settembre 2015 alle 5:51 ora legale orientale (09:51 secondo l’ ora universale, quella del meridiano di Greenwich) in entrambi i siti LIGO. La fusione di un buco nero di 36 masse solari ed un altro di 29 volte la massa del Sole ha creato evidentemente un buco nero di Kerr (buco nero rotante) di 62 masse solari. Si pensa che le tre masse solari perse siano state convertite in energia e rilasciate sotto forma di onde gravitazionali in una frazione di secondo, con un picco di potenza, secondo questo comunicato stampa della National Science Foundation, circa 50 volte superiore a quello di tutto l’universo visibile. Il rivelatore di Livingston ha registrato l’evento 7 millisecondi prima di Hanford.

I due buchi neri si sono scontrati circa 1,3 miliardi di anni fa, in una zona del cielo che può essere determinata solo in modo impreciso, perché abbiamo solo due siti di rilevamento. Ciò nonostante, Gabriela Gonzalez (della Luisiana State University), una portavoce per la partnership LIGO, è stata in grado di indicare il cielo del sud nella regione della Grande Nube di Magellano. C’è da tenere presente che ci sono altri aiuti in arrivo – l’interferometro italiano VIRGO, che sarà vicino alla sensibilità di rilevazione di LIGO entro la fine dell’anno, i rivelatori in preparazione al Japanese Kamioka Gravitational Wave Detector (Kagra) e un altro rivelatore in via di realizzazione a LIGO- India (che potrebbe essere operativo entro il 2022). È da ricordare, inoltre, il satellite LISA Pathfinder (Laser Interferometer Space Antenna) che, lanciato nel mese di dicembre, ha ormai raggiunto il punto di Lagrange L1 Sole – Terra.

buchi neri Einstein Gernsback

Nell’immagine: simulazione di due buchi neri che si stanno fondendo davanti alla Via Lattea. nel suo insieme. Credit: SXS Collaboration.

Verso una nuova astronomia

In altre parole, stiamo per entrate nell’era dell’astronomia delle onde gravitazionali. A partire da questa rilevazione di LIGO, abbiamo già imparato che esistono i buchi neri binari e che essi possono fondersi. Un metodo verificato per rilevare le onde gravitazionali dovrebbe portarci a comprendere le basi di diversi fenomeni astronomici. È difficile accertare quanto diversi perché, come spesso il paragone con il primo strumento di Galileo ci ricorda, cose inaspettate saltano fuori ogni volta che si comincia a osservare con nuovi strumenti. Le onde gravitazionali ci forniscono un modo di vedere nei primissimi momenti dell’universo. E ci offrono sicuramente la via d’accesso dentro processi violenti quali le fusioni tra buchi neri e tra stelle di neutroni, e le esplosioni delle supernove. Così ci muoviamo al di là delle lunghezze d’onda elettromagnetiche – luce visibile, raggi X, raggi infrarossi – in una nuova era.

Ha detto Kip Thorne alla conferenza stampa:

Alla lunghezza d’onda del visibile siamo in grado di vedere l’universo come un luogo tranquillo, come guardare l’oceano in una giornata di bonaccia. Ma il 14 settembre tutto è cambiato. Ora vediamo un oceano di onde che si infrangono nella violenta tempesta creata dai buchi nel tessuto dello spazio e del tempo.

Thorne ha continuato parlando del tipo di scoperte che saranno possibili con i progressi nell’astronomia delle onde gravitazionali, non solo i buchi neri, le stelle di neutroni e le supernove precedentemente menzionati, ma anche la possibile individuazione di stringhe cosmiche provenienti attraverso le diverse parti del cosmo, create dal processo d’inflazione nei primi momenti dell’universo.

Aggiunge Thorne:

Con questa scoperta noi esseri umani ci stiamo imbarcando in un nuovo viaggio meraviglioso, che si propone di esplorare l’aspetto curvo dell’universo, oggetti e fenomeni generati dallo spazio-tempo curvo. La collisione tra i buchi neri e le onde gravitazionali sono i nostri primi bellissimi esempi. 

La distanza temporale tra il primo racconto di Gernsback e la Relatività Generale di Einstein era di quattro anni. Quella tra la rilevazione delle onde gravitazionali e la RG è stata di un secolo, un arco di tempo in cui i fondamenti della Relatività Generale sono entrati a far parte del tessuto della cultura scientifica di base. È utile, come esperimento mentale, proiettarci di nuovo in quell’epoca pre-RG e riflettere su quanto drammatico debba essere stato il cambiamento concettuale provocato da Einstein.

 

Hugo Gernsback obituary photograph published in November 1967 issue of his Radio-Electronics magazine.


Immagine: Ritratto dell’editore di riviste Hugo Gernsback (1884-1967), di Fabian Bachrach (1917-2010). Credit: Wikimedia Commons

Un  esperimento mentale antico

L’esperimento mentale è un modo per vedere come i preconcetti possono essere ribaltati in modo drammatico, che è il motivo per cui a volte ritorno a vecchie storie fuori moda come Ralph 124C 41+ di Gernsback. Si tratta di un romanzo famoso negli annali della fantascienza, ma di lettura ampollosa. Brian Aldiss una volta lo descrisse come un “racconto di cattivo gusto per analfabeti” e il suo autore considerava evidentemente la sua trama come poco più di un trampolino per il suo vero scopo, la descrizione di meraviglie tec iche futuristiche. Gernsback non era un Einstein, ma poi, chi era costui? Era un inventore, un editore con un’ampia gamma di riviste, i cui contributi alla fantascienza furono così grandi da far intitolare il Premio Hugo annuale a suo nome. Era inoltre famoso per pagare ai suoi autori compensi molto bassi (Howard Phillips Lovecraft lo chiamava ‘Hugo il Ratto’). Pochi appassionati di fantascienza oggi hanno letto Ralph 124C 41+, ma quel gusto degli inizi del XX secolo per le previsioni straordinarie di stampo tecnologico trasse impulso da quel libro, stimolando un genere emergente e vivace.

La fantascienza attuale, con tutti i suoi sottogeneri, prende la Relatività Generale come punto di partenza per il futuro, continuando a impicciarsi di come la teoria potrebbe essere estesa in modo utile sia per la scienza che per la trama. È anche possibile che, entro i prossimi cento anni, attraverso l’astronomia delle onde gravitazionali potremmo trovare qualcosa che è profondamente difforme dal pensiero corrente quanto la Relatività Generale lo è stata ai suoi tempi. Quando abbiamo progredito verso la RG non abbiamo abbandonato la fisica newtoniana, l’abbiamo semplicemente messa in un contesto più ampio. Apri una nuova porta sull’universo e le cose accadono. Possiamo solo chiederci che aspetto avranno la scienza, e la fantascienza, tra un secolo a partire da oggi.

L’articolo di riferimento è “Observation of Gravitational Waves from a Binary Black Hole Merger,” Physical Review Letters 116 (11 febbraio 2016) 061102. Si veda anche questo utile riferimento dalla rivista online Physics, dell’American Physical Society: Berti, “Viewpoint: The First Sounds of Merging Black Holes”.

Traduzione di Simonetta Ercoli

Editing di Donatella Levi

 

Titolo originale: “Pondering Gravitational Waves” di Paul Gilster, pubblicaato l’11 febbraio 2016 su Centauri  Dreams

23 febbraio 2016 Posted by | Astrofisica, Fantascienza, Radioastronomia, Scienze dello Spazio, SETI | , , , , | 2 commenti

Guerre Stellari settimo episodio in 10 epitaffi

1-star-wars-force-awakens-photo-shoot-time-magazineVisto Il Risveglio della Forza, settimo episodio di Guerre Stellari e primo della nuova trilogia di J.J.Abrams per la Disney ormai proprietaria della Lucasfilm, si può dire come premessa che due affermazioni di Lucas e della Disney stessa sono del tutto errate. Il primo aveva definito la saga da lui ideata, diretta e prodotta una soap opera, mentre la seconda aveva affermato e fatto dire dai suoi uffici stampa che il nuovo episodio poteva essere visto anche da chi non aveva conosciuto né sentito parlare dei precedenti sei. No. Quella di Lucas era una vera e propria favola proiettata nel futuro, e chi non ha visto gli episodi precedenti non ci capisce un accidente, magari solo per sommi capi.Infatti, tanto per essere schematici ecco dieci buoni motivi per criticare Il risveglio della Forza:

1.

E’ in fondo esattamente una pura soap opera in salsa stellare invece che salsa terrestre nella essenzialità del termine: la trama è una serie ininterrotta di agnizioni, di figli perduti e ritrovati, di scontri fra padri e figli, di antichi amanti che si rivedono dopo decenni e così via. E meno male che la trama era “blindatissima”, come si è scritto, per proteggere la sua originalità… Addirittura!

2.

E’ un film banale: la sua trama è del tutto elementare, senza alcuno scatto, con due o tre colpi di scena che rientrano appunto nella mentalità e nella tecnica della telenovela e non certo della favola e nemmeno della storia d’avventura, e quindi manca di una vera tensione.

3.

E’una vicenda in cui, a veder bene, Abrams ha eliminato ogni riferimento alto al vero senso e al valore della Forza, cardine della saga lucasiana. Nemmeno indiretto, nemmeno come riferimento positivo, aspirazione e auspicio, dato che i Cavalieri Jedi sono scomparsi. Anche nel rappresentante del Lato Oscuro usa la Forza, Kylo Ren, risulta essere come un semplice superpotere da “cattivo” Marvel grazie al quale è possibile leggere nel pensiero, intuire la presenza degli avversari, attrarre verso di sé gli altri con un gesto della mano. Non è più qualcosa di superiore, spirituale, mistico. Si direbbe una precisa scelta.

4.

E’, di conseguenza dovendo mirare basso, un quasi plagio di episodi precedenti: qui non ci troviamo di fronte a “citazioni” colte come hanno affermato alcuni critici cinematografici, tipo, aggiungo, quelle presenti in Interstellar, ma proprio chiari rifacimenti/rifacimenti di famose scene degli episodi di Lucas. Si va dal ragazzo/a abbandonato/a sul pianeta desertico, al piccolo robot BB8 che ispira simpatia (il personaggio migliore del film, peraltro); dallo scontro generazionale (in Lucas padre cattivo vs figlio buono, in Abrams figlio cattivo vs padre buono), alla nuova Morte Nera, alla sua arma, al modo di attacco dei caccia ribelli; dal bar intergalattico (l’idea originale è in una famosa copertina della rivista Galaxy disegnata da Ensh), che Abrams però realizza in una semioscurità che ne annulla fascino e curiosità, alle scene pressoché identiche dell’incursione dei nostri eroi nella tana del nemico.

5.

E’ privo di originalità inventiva, nonostante l’altissimo costo della produzione: non c’è un, dico un essere alieno che primeggi e si ricordi con piacere o curiosità, né personaggio né animale che rimanga impresso nella mente dello spettatore come per i sei film di Lucas. Forse l’unico è Maz, l’ aliena nana che gestisce la taverna galattica, ma forse nemmeno quella (per la quale, dato che è stata realizzata con la stessa tecnica del Gollum del Signore degli Anelli non si capisce il motivo per cui sia stata ingaggiata una famosa attrice, certa Lupita Nyongo, forse solo per inserirne il nome nel cast). Addirittura i paesaggi e le costruzioni sembrano quelle appunto de Il Signore degli Anelli, mentre l’accampamento nel deserto non offre alcun appiglio al regista per creare esseri che colpiscano l’immaginazione e, se non ci fosse stato per il vecchio Millenniun Falcon, è praticamente vuoto e potrebbe essere un insediamento di beduini libici. La svogliatezza arriva al punto tale che l’alieno che paga i rottami della protagonista con un pasto per avvisare i suoi complici non fa altro che usare un… telefonino stile anni Novanta! E’ povero in fin di conti anche di scene spaziali grandiose e coinvolgenti: non bastano gli sconti fra i caccia amici e nemici o le fughe e gli atteggi avventurosi di Han Solo per salvarlo.

6.

E’ privo alla fin fine anche di una sua logica interna e chiarisce ben poco della situazione di lì a oltre venti anni  da l’episodio che lo precede  cronologicamente. Il ritorno dello Jedi, non essendo sufficiente il sunto iniziale: da dove sbuca il Primo Ordine e come ha preso il posto dell’Impero di cui eredita la struttura e l’armamentario, ad esempio? e il Leader Supremo (una traduzione alquanto ridicola che ricorda il Lìder Maximo cubano) come ha preso il posto dell’Imperatore di cui è peraltro una copia? e come fa la spada di Luke ad essere custodita nella taverna galattica e, ma guarda un po’ che caso, ritrovata dalla giovane Ray?

7. 

E’di un semplicismo sconcertante: come è possibile che un disertore delle stormtroopen ex-imperiali possa maneggiare una spada-laser jedi? e come lo può fare con perizia la trovatella che addirittura sconfigge il coetaneo rappresentante del Lato Oscuro della Forza? e come mai scopre improvvisamente di avere poteri mentali tali da resistere al tentativo di leggerle nella mente e poi da riuscire a condizionare il suo carceriere? è possibile che si riesca a guidare come se niente fosse una vecchia carretta come il Millennium Falcon? Certo, non si può essere tanto pignoli di fronte elle esigenze di un copione del nostro genere, ma nemmeno si può eccedere sino a questo punto.

8.

E’ in film che strizza fin troppo l’occhio (ma lo si doveva aspettare in base a varie dichiarazioni della Disney) alle mode giovanilistiche del momento, agli spettatori delle nuove generazioni dei videogiochi, di facebook, degli smartphone con le loro innumerevoli app, alle odierne tendenze pseudosociali politicamente corrette: al centro adesso c’è una eroina, giovane e caruccia che s’è fatta da sé in un ambiente ostile(“Non mi prendere la mano” dice piccata a Finn, il disertore fifone mentre fuggono). Questo farà impazzire le ragazzine e mandare in brodo di giuggiole il conformismo giornalistico.

9.

E’ buonista fino alle midolla, sino al punto che il padre infilzato dal figlio perverso, lo accarezza mentre sta tirando le cuoia. Lo stesso “cattivo” non lo è del tutto, è incerto e impreparato e fa rimpiangere Darth Vader di cui dovrebbe essere una sorta di successore e seguace (ne conserva il teschio!): è invece un giovincello isterico che dà in escandescenze incontrollate rivestito di una maschera alla Iron Man abbastanza ridicola e non paurosa come quella del predecessore. E credo proprio che la stessa musica epica da sempre caratterizzante Star Wars sia stata lasciata in sottotono, poco usata, per questa strategia di buonismo diffuso.

10.

E’, last but not least, un film in cui il famosissimo regista commette, almeno a mio modesto parere, errori impensabili dal punto di vista tattico, come quello di far sollevare la sua maschera al giovane vilain senza lasciare la suspense sino alla fine, ad esempio sino lo scontro diretto tra i due figli d’arte, con  la futura Cavaliera Jedi (ci scommetterei). Dove si assiste a scene un po’ ridicole come quella in cui sembra che lei voglia spegnere nella neve la spada-laser rosso fiammeggiante di lui…

Penso che basti. Che ci dobbiamo aspettare in seguito? Altre banalità/ovvietà da soap opera spaziale. La giovane Ray, che è la figlia perduta di Luke (poi Abrams ci spiegherà, ma non è detto, come un Jedi abbia potuto avere un figlio) riconsegnata la spada al padre farà rinascere i Cavalieri in cui ci sarà posto anche per le signorine, insieme si imbarcheranno in una crociata contro il Primo Ordine, che sa ormai tanto di un Terzo Reich galattico assai più dell’Impero, in cui il giovane “cattivo” sopravvissuto al collasso finale del pianeta (anche di ciò Abrams ci darà, o forse no, la spiegazione) crescerà di prestigio. Forse non sarà proprio così ma qualcosa del genere, dato che di certo il giovane disertore di colore, passato dalla parte della “resistenza” interplanetaria, avrà una sua parte, magari accanto alla nostra eroina divenendo anche lui, perché no?, un baldo eroe.

Tutti contenti, quindi: i sostenitori delle quote rosa, i tutori del buonismo universale, i fautori del multiculturalismo fra umani, i nemici de-inossidabili del Male Assoluto che si perpetua in eterno e nell’infinito (e con esso la “resistenza” da qui a l’eternità). Un po’ meno lo saranno i veri appassionati di Guerre Stellari. Bah!

GIANFRANCO de TURRIS

 

Per la fotografia si ringraziano Time  e il fotografo Marco Grob

2 febbraio 2016 Posted by | by G. de Turris, Cinema e TV, Fantascienza | , , , , , , | 3 commenti