Il Tredicesimo Cavaliere

Scienze dello Spazio e altre storie

Cado dalle nubi!

cartoon-chef-eps-5209003La risposta di Lalla Merlo al mio articolo su donne e fantascienza è perfetta: è di una donna, che dice di amare la fantascienza e che dice “…è vero sembra che le donne non si appassionino tanto alla fantascienza così come gli uomini generalmente non impazziscono per l’arte contemporanea pare.” E per sostenere questo punto cita “un manuale divertente di uno scrittore triestino, mio conterraneo Mauro Covacich “ L’arte contemporanea spiegata a tuo marito ”. La situazione qui è capovolta , ma il tema mi sembra essere lo stesso L’autore, che ritiene che l’arte contemporanea abbia “ancora e forse oggi più che mai qualcosa da dire” osserva come le donne (sottolineando di non voler generalizzare !) riescano a porsi in ascolto delle opere d’arte e a capire che cosa vogliano denunciare e rivelarci . Il gioco che sceglie è quello di parlare «a lei » affinché istruisca « lui» .

Al che sono caduto dalle nubi, proprio come Checco Zalone. Gli uomini hanno bisogno delle donne che gli spieghino l’arte contemporanea? E io? E gli articoli di Jean Clair, De Dominicis, Bonito Oliva su Repubblica di dicembre e relative polemiche? Cerco tracce di quel libro in rete e scopro un libro molto interessante che in realtà non è evidentemente diretto solo alle donne perché spieghino eccetera. E’ l’equivalente di una situazione vista spesso all’interno del FanDom, proprio nelle discussioni fra uomini e donne o anche solo dentro uno solo dei due sessi sul se e perché e percome le donne non leggano e non scrivano FS. Ma nessuno mette più in dubbio che invece alla scienza si interessino eccome. Non è vero quindi che gli uomini non capiscano l’arte moderna o per meglio dire contemporanea anche se come dice giustamente Jean Clair c’è qualcuno che bara (ok, ho sintetizzato un po’ troppo, ma tant’è).

susanneMakFinlandTroppo ci sarebbe da dire del rapporto fra arte e genere sessuale. Ad esempio il libro di Covacich cita 30 artisti di arte contemporanea per spiegare cosa e perché e per come. E di quei 30 solo 3 sono donne, e personalmente io ne conoscevo una sola (Marina Abramovich). Verrebbe da dire che la situazione è non simile ma identica alla FS, dato che la percentuale di autrici di FS quella è, il 10%. Ma non voglio impelagarmi in questa pania, anche perché qui il rapporto con il potere è molto più marcato ed evidente.

Ma Lalla Merlo (psicologa iscritta all’ordine, danza terapista ed altro) dice anche: “Sì perché noi donne e nello specifico il cervello femminile e qui le neuroscienze mi aiutano, ( studio pubblicato su Pnas 2013) amiamo e privilegiamo creare connessioni tra un emisfero e l’altro e quindi tra processi analitici e intuitivi , mentre il cervello degli uomini è disegnato per muoversi meglio all’interno di uno stesso emisfero, facilitando ad es. il coordinamento tra percezione e azione …ecco questo giochetto già spiegherebbe un bel po’ di cose.”

direttore-dorchestra-Vero. Se fosse vero. In realtà stabilire connessioni non solo fra gli emisferi ma anche fra le cose è la quintessenza della creatività, sia maschile che femminile. E come dicevano Battisti e Mogol, le anime non hanno sesso.

I corpi sì, certo. Quindi forse la differenza nell’amore per la Fs è lì, nei corpi.

Lalla Merlo dice anche: “…la presenza di donne scienziate, l’amore per la scienza non centrano nulla con l’amore per la fantascienza. Azzardo a dire che nel primo caso c’è il desiderio di conoscere concretamente l’ignoto, nel secondo quello di esserne turbato. Entrambe le dimensioni sono affascinanti ma nel secondo caso dipende solo da come viene raccontata la storia.” Vero, ma questo riguarda nello stesso identico modo gli uomini, anzi, questa è l’essenza dello scrittore di fantascienza: proprio perché lo studiare l’ignoto, scoprirne parti e intuirne le parti ancora nascoste, a me mi turba al punto che voglio raccontare una storia. E devo raccontare una storia di fantascienza.

previewMi rifiuto di credere che esista una differenza sostanziale fra la creatività maschile e quella femminile. Esistono evidentemente diversi approcci, a volte lapalissianamente fondati sul corpo (non esistono o sono ben poche o io non conosco donne scultrici che scolpiscano blocchi di marmo altri tre metri e pesanti 15 tonnellate) altre volte basati su meccanismi di potere evidentemente patriarcale (non ci sono nella storia della musica grandi compositrici o direttrici di orchestra mentre da sempre ci sono virtuose di strumenti quali il pianoforte ed il violino) altri misteriosamente basati su chissà cosa. Ad esempio perché non ci sono grandi cuoche nella storia della cucina degli ultimi tre secoli? Nemmeno prima ma è per dire da quando la cucina è diventata un’arte riconosciuta. Nello stesso periodo (e per altro da sempre) ci sono state, anche se misconosciute ai loro tempi ma note oggi poetesse, pittrici, scrittrici, regine perfino. Perché cuoche no? Oggi si stanno affermando in tutto il mondo “chef donna”. Occorrerà trovare nuovi termini temo. E’ come il nome Maria. Viene da Miriam (ebraico: “goccia”, “amata”) non da Mario (latino: “conduttore di uomini”. Vi pare che i Romani, loro sì maschilisti, potessero pensare ad una donna che conduceva uomini?)

Certo poi sono venute la Tatcher, Indira Gandhi, Golda Meir. Ma anche Elisabetta I°, Caterina di Russia…

Ma questo è un altro problema però.

Lalla? Alloro romano o tulipano slavo?

 MASSIMO MONGAI

7 gennaio 2014 Posted by | Fantascienza, News | , , | 1 commento

Perché le donne italiane amano la Scienza ma non la Fantascienza?

elefante occhialiIl titolo avrebbe potuto essere anche “Al centro della stanza c’è un elefante con gli occhiali che fa la pupù rosa” e il contenuto che segue non cambiava di una virgola. Fuor di metafora le donne, per l’appunto non leggono e non scrivono Fs.

Se fai questa affermazione al di fuori del fandom i presenti possono dire “Ah, sì? Maddai?” il che vuol dire che non gliene frega niente; oppure a volte “Ah, sì? Maddai e te ne accorgi adesso?” il che vuol dire:  “ma si sa”.

Nel fandom invece se dici una cosa del genere capita di sentirsi dire: “Elefante? Quale elefante? Non c’è nessun elefante con gli occhiali. E poi tu, smettila di fare peti”. Se ti dice bene, qualcuno fa: “Beh, sì l’elefante lo vedo, ma poi chi è che dice cosa è davvero un elefante? Dove sta scritto? E se fosse un ippopotamo? Anche l’ippopotamo è un mammifero africano, no? Sono contaminazioni. E su, forza, tu smettila di fare peti”

La prima domanda interessante potrebbe essere: ma perché non vedono l’elefante? Ma le risposte sono ovvie e perfino banali. Quindi si torna alla domanda iniziale. Che ci fa l’elefante, perché ha gli occhiali e chi ce lo ha portato?

Diciamo che il discorso è diviso in tre parti, molto classiche: la prima affermazione (le donne italiane amano la scienza); la seconda (non amano la Fantascienza); terza (perché?). Ora ci provo.

1.

rita levi montalciniLe donne italiane amano la scienza, e molto.

Ci sono ormai molte donne scienziate non solo inserite nel mondo della scienza italiana ma famose a livello internazionale. Scordiamoci solo per un momento (tanto le ricorderemo a lungo) e solo perché ci hanno lasciato due signore come Rita Levi Montalcini (nella foto – sai, una così, un Premio Nobel…) e Margherita Hack, astronoma, una “maledetta toscana” anche lei notissima a livello internazionale.

Parliamo di quelle che stanno su piazza per così dire.

Che ve ne pare di Fabiola Gianotti? Avete presente il famoso ed introvabile “bosone di Higgs”, detto dagli amici “la particella di Dio”? Beh, il gruppo di ricerca del CERN che forse l’ha trovato è giudato da lei.

Fabiola1Cito: “ Fabiola Gianotti, 53 anni, è la fisica italiana che guida il gruppo che al Cern di Ginevra ha trovato il bosone di Higgs, impresa che l’ha collocata, secondo la rivista americana Time tra le cinque persone più importanti del 2012. Romana di nascita ma milanese di formazione, frequenta il liceo classico e si diploma anche in pianoforte al Conservatorio. Dopo la maturità cambia rotta e decide di studiare fisica delle particelle all’Università di Milano, dove si laurea, e successivamente prende un dottorato in fisica subnucleare nella stessa università. Un paio di anni più tardi una borsa di studio e poi un contratto permanente al Cern, il laboratorio di punta a livello mondiale nel campo della fisica.”

Sapete chi è Samantha Cristoforetti? E’ un capitano pilota dell’Aereonautica militare italiana ed ha una preparazione scientifica alle spalle come dire?, diciamo di tutto rispetto. Motivo per cui sarà il prossimo italiano nello spazio, e non dico la prossima perché sarà la prima. Checché ne dicano molti nello spazio non si va senza adeguata preparazione scientifica.

samantha 1Cito: “Samantha Cristoforetti è nata a Milano nell’aprile 1977, ma è cresciuta a Malè, un piccolo paesino della Val di Sole (Trento). Si è laureata all’Università Tecnica di Monaco di Baviera, con un master in ingegneria meccanica con specializzazioni in propulsione aerospaziale e in strutture leggere. È Capitano dell’Aeronautica Italiana, ed è stata selezionata come astronauta ESA nel maggio 2009.”

Volete altre storie di italiane che amano la scienza? Cercatele qui, fra quelle che non ci sono più e le viventi:

Donne e scienza: la vita di 19 scienziate italiane raccontata in un libro di Elisabetta Strickland

Fra di loro:

“Giuseppina Biggiogero Masotti che divenne ordinaria di Geometria al Politecnico di Milano; Maria Cibrario Cinquini, allieva di Peano, che assurse a fama internazionale per le ricerche nell’ambito dell’Analisi matematica; Cornelia Fabri, prima laureata dell’Università di Pisa che lavorò alla teoria dei vortici sotto la guida ammirata di Vito Volterra e che all’apice della carriera si ritirò per dedicarsi ad opere di carità e preghiera; Elena Freda, laureata in matematica sotto la guida di Guido Castelnuovo e in fisica con Orso Maria Corbino, che ottenne la libera docenza in Fisica a Messina e poi a Roma; Pia Nalli, palermitana, invisa alle gerarchie universitarie e amatissima dagli allievi tra cui Gaetano Fichera e Francesco Guglielmino, ordinaria di Analisi a Cagliari e poi a Catania; Maria Pastori, milanese, allieva e poi collega di Bruno Finzi, ordinaria di Meccanica razionale a Messina.

E così molte altre.

margherita hackE le giovani? Affollano le facoltà scientifiche. Meno di quanti molti desidererebbero ma molto, ma molto, molto, molto di più di quando io mi sono iscritto all’università 30 anni fa. A fisica ad esempio adesso solo il 35%, ai miei tempi meno del 10% ed a Medicina hanno superato la metà da tempo. Quindi in Italia le donne amano la scienza e non ostante i molti ed indiscutibili condizionamenti maschilisti e patriarcali vari, si stanno facendo strada da decenni e continuerranno, inevitabilmente continueranno.

Che poi sia chiaro: NON STA SCRITTO DA NESSUNA PARTE CHE PER SCRIVERE FS SI DEBBA ESSERE LAUREATI IN MATERIE SCIENTIFICHE!

Anzi! Io sono laureato in giurisprudenza, tanto per dire. Ma questo delle donne scienziate era solo un punto di partenza. A dire: non si dica che le materie scientifiche non interessano le donne e che questo spiegherebbe perché non la scrivono. E nelle facoltà di Lettere il 90% degli iscritti sono donne, oltre il 50% degli iscritti all’università sono donne. In realtà non la scrivono perché non la leggono.

E’ vero questo?

(Nella foto qui sopra: Margherita Hack)

2.

Le donne italiane non amano la fantascienza. Non la leggono e non la scrivono. E’ questo l’elefante con gli occhiali che fa la pupù rosa al centro della stanza. Fuor di metafora perché le donne non leggono fs?

Ma è vero? C’è davvero un elefante al centro della stanza?

Ok. Calma e gesso.

2.1

tabella istat(doppio click per ingrandire)

Questa qui sotto è una pagina di una ricerca dell’Istat di qualche anno fa. Si tratta di una “ricerca multiscopo” di quelle che l’Istat fa periodicamente per sapere un sacco di cose sugli italiani. Copre il periodo dal 1995 al 2000 ed è stata pubblicata nel 2002.

Per trovare il testo in PDF completo andate sul sito dell’Istate nella stringa di ricerca digitate “fantascienza”. Il primo documento che troverete è lui ed è scaricabile in PDF. Non ho trovato una ricerca Istat multiscopo più recente, se la trovate fate una ulteriore verifica.

Leggetela. L’avete letta?

Dice che, nel campione esaminato le donne che leggono fantascienza sono il 6,4 % mentre gli uomini sono il 16,9, quasi tre volte tanto. Se guardate subito sopra vedrete che le donne lettrici di gialli sono il 20,8% a fronte di un 22,9% di uomini. Subito sopra ancora, i lettori di romanzi rosa sono donne al 24% ed uomini all’1,5. Fra l’altro se fate il confronto con il 1995 vedrete che le donne lettrici di Fs sono in calo!

Scientists find particle consistent with Higgs bosonE le donne poi notoriamente:

“Le donne leggono più degli uomini. Nel corso dell’anno ha letto almeno un libro il 51,9% della popolazione femminile rispetto al 39,7% di quella maschile. La differenza di comportamento fra i generi comincia a manifestarsi già a partire dagli 11 anni e tende a ridursi solo dopo i 75.”

(Gianotti e Higgs festeggiano il successo dell’esperimento)

2.2

Non la leggono. E quindi non la scrivono. E sia chiaro che non esiste un ostracismo alla Fs scritta dalle donne. La prova?

Presto detto.

Due dei premi più importanti nel settore Giallo e FS sono il Tedeschi e l’Urania. Vengono assegnati dalla redazione periodici Mondadori: la stessa organizzazione, la stessa struttura, la stessa redazione (per altro formata da una maggioranza assoluta di donne) dal 1980 ha assegnato 34 Premi Tedeschi, di cui 9 a donne; e dal 1989, dei 24 Premi Urania di cui uno solo ad una donna. Ci sarà un motivo? Non l’ostracismo antifemminile. Quale allora?

Qui:

Troverete una serie di considerazioni, dei link a liste di scrittori di Fs: una lista di più di 2000 scrittori e scrittrici di Fs. Il 10% sono donne.

3.

Ci siamo?

Le donne ormai da decenni ricevono una educazione scientifica più o meno quanto i maschi, incontrano qualche difficoltà in più per motivi di condizionamento culturale maschilista, ma ciò non ostante si fanno strada.

Nulla le ostacola nel leggere o nello scrivere Fs fatto sta che NON LO FANNO

È CLAMOROSAMENTE OVVIO, NOTO ED EVIDENTE che ci sono donne che leggono, scrivono ed amano la Fs così come è ovvio che costituiscono una eccezione che conferma la regola.

hunger gamesSì, è vero, le donne vedono la Fs al cinema ed in televisione così come è vero che la Fs è ormai uno degli ultimi se non l’ultimo genere cinematografico rimasto (a parte il cinema d’autore e le commedie, sono scomparsi il western, il poliziesco, l’horror). Il genere “fantastico” (Fs e Fy, fiabe e favole potteriane, compresa animazione) non è mai stato tanto presente nelle sale come in televisione e non a caso pieno di eroine (vedi Hunger Games)

Ma leggere un romanzo di Fs e farselo piacere è un altro paio di maniche. Serve un immaginario specifico e poche donne ce l’hanno.

4.

Vorrei sapere perché. Avete una qualche idea? Io ne ho un paio, prima però vorrei sapere le vostre.

5.

Questo valga come post scriptum. Mi pare evidente che le donne italiane, pur le più intelligenti, eleganti e belle del pianeta, in questo campo non sono diverse dalle altre, quindi la domanda le donne italiane non amano la Fs va sostituita con le donne e basta: quindi le americane, inglesi francesi eccetera perché anche loro non amano la fs? Ci sarà qualche differenza, ma scommetto minima.

Ma alla fine le donne sanno scrivere fs? Ma certo che sì, come si fa a negarlo e chi lo nega? Lo hanno dimostrato moltissime volte, basterebbe “La mano sinistra delle tenebre” di Ursula Le Guin. Ma troppe ce ne sono state! Ma ce ne sono abbastanza? Ecco il punto. No, abbastanza no. Quelle che che ci sono sono lì a dimostrare che le donne possono farlo, ma sono così poche che sottolineano il fatto che in generale non lo fanno. Al centro della stanza c’è un elefante con gli occhiali e sta facendo qualcosa, e la causa della puzza non sono io. Prendetevela con l’elefante. Chiaro?

 elefante

MASSIMO MONGAI

11 dicembre 2013 Posted by | Fantascienza | , , , , , | 5 commenti

Intervista ad Arielle Saiber

English version

ArielleArielle Saiber è una docente universitaria americana per l’esattezza Associate Professor of Romance Languages. Troverete la sua pagina web presso il Bodwoin College.

Ed è anche una appassionata di FS italiana, materia che coltiva a sua volta per professione. E’ recentemente venuta in Italia, dove ha vissuto e studiato. E fra maggio e giugno si è fatta un bel tour nel Fandom Italiano.

Massimo Mongai, l’autore di “Memorie di un cuoco d’astronave” e di “Serendipità” , che ora  collabora regolarmente con il nostro blog, ci ha affidato questa interessante intervista che ha ottenuto da lei.

massimo-mongai2MM: Come sta la fantascienza italiana secondo il parere di una fan americana? Stiamo messi bene o male?

AS: Da quello che ho visto, c’è un buon numero di scrittori di fantascienza e scrittori di cross-over (autori che mescolano generi, o autori di mainstream che integrano la FS nel loro lavoro). Mi è stato detto, tuttavia, che il numero di lettori di FS in generale è in calo. Suppongo che non sia diverso dalla situazione negli Stati Uniti. Film e TV a tematiche FS sono molto popolari, ma la narrativa FS non è molto letta. Ma torniamo agli scrittori. La scena FS, anche se piccola, è molto viva, anche se il campo ha perso un certo numero di scrittori importanti di recente (come Aldani, Curtoni, Valla). Ci sono editori che pubblicano romanzi di fantascienza e raccolte di racconti di autori italiani; un certo numero di riviste online ricche e vibranti, gruppi FB e blog attivi; e premi letterari.

MM: Mediamente in Italia gli appassionati di FS, hanno una certa età. Hai incontrato giovani, più o meno giovani, persone mature?

AS: Ho incontrato tutta la gamma, tra cui molti giovani scrittori, in particolare quelli coinvolti nel Connettivismo. Sto cominciando a pensare che ci siano molti giovani appassionati di FS che non frequentano l’Italcon e che non sono scrittori; ma possono anche non essere lettori, ma piuttosto fan di film di FS, videogiochi, fumetti, ecc

MM: Hai incontrato donne del fandom? Cosa pensi, cosa ne sai della partecipazione delle donne al mondo del Fandom italiano? Ce ne sono, non ce ne sono, come, perché?

AS: Non ho incontrato e neanche visto, ahimè, molte fan donne all’Italcon, e non conosco molte donne italiane che amino la lettura di FS. Ho incontrato solo poche scrittrici italiane di FS: Debora Montanari, Francesca Garello e Silvia Castoldi (anche traduttrice), anche se so che ci sono altre donne che scrivono FS oggi in Italia ( per esempio Nicoletta Vallorani, Elisabetta Vernier, Milena Debenedetti). Come negli Stati Uniti, nello spettro FS/Fantasy, ci sono più donne che leggono, guardano e scrivono Fantasy. È interessante notare, tuttavia, che ci sono state un bel po’ donne italiane scrittrici di FS – e scrittrici eccellenti se per questo – all’inizio del genere FS in Italia, come Lina Gerelli, Gilda Musa, Roberta Rambelli, Anna Rinonapoli, Giovanna Cecchini e Luce D’Eramo. Sarebbe interessante fare uno studio per confrontare la percentuale di donne-a-uomini di donne italiane che scrivono FS nel periodo 1950-70 con quello delle donne anglofoni che scrivono FS nello stesso periodo (oppure un po’ prima negli USA quando cominciò il genere)

MM: Ci sono molte differenze fra il Fandom italiano e quello americano? Quali sono secondo te? Come sta messo il fandom americano?

AS: Non posso, purtroppo, dire molto in risposta a questa domanda, dato che ho partecipato solo ad una Worldcon (nell’Agosto 2012). I partecipanti sembravano molto simili per personalità e stile a quelli che ho visto all’Italcon-STICCON a Bellaria questo Maggio, anche se alla Worldcon c’erano in percentuale più donne.

MM: Senza entrare nel merito specifico (non fare nomi, a meno che tu non voglia!) cosa pensi degli autori italiani di FS che hai letto più recentemente? Trovi delle costanti, dei punti in comune?

AS: Sto leggendo molto, a partire dagli anni della proto-FS (metà del 1800), fino al presente, e ci sono ottimi scrittori di tutti i decenni. Ora che sono tornata ai miei studi medievali-rinascimentali e alla stesura finale di un progetto di libro, ho solo circa un’ora, un’ora e mezza al giorno per la lettura di FS. E’ una tortura! Ahimè. Ora mi sto addentrando nella produzione di FS italiana riempiendo i miei scaffali e il mio computer, e leggendo bit dopo bit. Ieri, per esempio, ho letto un racconto breve molto divertente di Sergio Turone, “Nervi a pezzi” (Gamma, 1966). Così, il mio leggere “recente” è un pot-pourri casuale. Tra un mese o giù di lì, comunque, mi immergerò esclusivamente negli affascinanti scritti di vari generi del Connettivisti per la conferenza SLSA.

MM: qual’è, se esiste secondo te, la specificità della FS Italiana?

AS: Ottima domanda! Questo è un argomento che sto esplorando, e sto cercando di farlo senza cadere in generalizzazioni, riduzioni, o stereotipi. Parlo un po’ di questo nel mio articolo “The Fiction of Italian Science Fiction”, e ne parlerò nell’introduzione che scriverò con Giuseppe Lippi per l’antologia. Il numero speciale di Scince Fiction Studies che Umberto Rossi ed io stiamo preparando affronterà ad un certo livello anche questo argomento. Una cosa che posso dire è che storicamente, la FS italiana (direi la migliore FS italiana) si è indirizzata verso la FS sociologica, psicologica e filosofica piuttosto che sulla FS più “hard”. La FS italiana degli inizi aveva anche una grande dose di elementi “fantastici”, nonché riferimenti agli autori canonici, alla storia ed alle arti (se questo fosse dovuto alla naturale inclinazione di questi autori, o per il desiderio di essere accettato dal maistream letterario è materia di discussione).

In una bellissima chiacchierata a Roma, Lanfranco Fabriani ha parlato delle tendenza dei primi anni della FS italiana ad essere “letteratura di corte” e Massimo mongai era d’accordo, parlando di molti autori del periodo (ed alcuni dopo) “cripto-proustiani”, cioè che cercavano di fare letteratura letta dal mainstream, ma dati i temi, potevano solo pubblicare con case editrici che pubblicavano la FS. Gran parte della FS italiana ha seguito le tendenze (sia tematiche che stilistiche) della FS anglofona, ma era e continua anche ad essere ricca di storia e di discipline umanistiche, di ucronia, e di fantastico. Una cosa che accade in Italia che vedo poco altrove sono i collettivi di scrittura che si sono formati negli ultimi dieci anni o giù di lì (Wu Ming, Kai Zen, Connettivismo, ecc), molti dei quali stanno scrivendo FS di vario genere. Un’altra tendenza che sto vedendo nella attuale FS italiana, come sta accadendo in tutto il mondo, è verso soluzioni slipstream, fusion, cross-over, new-weird.

MM: Qual’è il tipo di FS e di autori che preferisci, in generale? Come è nato il tuo interesse per la FS in generale e per quella italiana in particolare?

AS: Domanda difficile a cui rispondere! Come a molti lettori di FS, mi piace una gamma di stili e temi. Ma se dovessi isolare alcuni elementi preferiti, vorrei dire che apprezzo la FS che si confronta con questioni filosofiche, di quelle grandi e senza risposta, e quelle specifiche socio-economico-politico-ambientali che sono urgenti ed attuali e richiedono riflessione concertata da parte di tutti. Amo la FS che immagina nuove tecnologie e “gadget” interessanti, i “nova” (come li chiama Delany, NdT: latino per “le cose nuove”). Amo leggere di vita aliena in mondi alieni. Amo la FS umoristica (Adams e Mongai, per esempio!). Ho sempre apprezzato la FS che ispira compassione. Amo tutto ciò che apre, espande la mia mente (cosa che non accade spesso come dovrebbe). Ho un particolare interesse per la FS che esplora lingue artificiali (come Mieville fa in “Embassytown”), le funzioni cerebrali (come di De Matteo in “Sezione π 2”), oppure utilizza strutture inusuali o non lineari (come in “La passeggiata Patty” di Sandrelli). Perdo la pazienza, d’altra parte, con le scene di battaglia lunghe, l’eccessiva violenza / crudeltà / sesso, e … la cattiva scrittura (ovviamente!).

MM: Come sta messa l’Italia in generale secondo te? A prescindere dalla fantascienza.

AS: Altra domanda difficile a cui rispondere. Conosco le immense sfide che l’Italia si trova ad affrontare per quanto riguarda la disoccupazione, un governo incerto, una burocrazia da capogiro, l’euro, e molte altre questioni, maggiori e minori. Eppure la storia ha mostrato come l’Italia è stata, sempre ed ancora e ancora, in grado di superare le sue crisi e sopravvivere. Il paese continua a essere adorato da turisti, artisti, studiosi, innovatori, ed altri, e credo che il suo appeal di massa, insieme con la creatività e la genialità italiane, contribuirà ad uscire da questi tempi difficili. Una semplice osservazione “di superficie”: ho visto alcune città molto peggiorate rispetto a qualche anno fa (più sporche e logore), ma ne ho visto altre notevolmente migliorate. Ho sentito molte persone parlare di come non vengono pagate per il lavoro che stanno facendo (così come i loro capi non sono stati pagati, e intere aziende non sono state pagate, e così via), ma ho visto anche giovani pensare ai modi per sviluppare nuove strade per il lavoro: collaborazione, pensiero collettivo e costruttivo. Ho sentito persone politicamente di sinistra e di destra preoccupate per gli stessi problemi e che presentano soluzioni simili.

MM: Stai lavorando a qualche progetto particolare che riguardi l’Italia? Che ci sei andata a fare alla Biblioteca Vaticana? E’ un postaccio, mi dicono…

AS: Sto lavorando a un libro sulle intersezioni tra matematica e letteratura in Italia tra il 1450 e il 1650. Una grande quantità di ricerche è stata fatta sui rapporti fra matematica e arte nel Rinascimento, fra matematica e musica nel Rinascimento, fra matematica e architettura nel Rinascimento, ma molto poco sulla matematica e la letteratura. Ho limitato la mia attenzione a cinque autori (Leon Battista Alberti, Luca Pacioli, Niccolò Tartaglia, Bernardino Baldi, e Giambattista Della Porta), e un lavoro da ciascuno che esemplifica un caso particolarmente interessante della conversazione matematica-letteratura. Il capitolo finale del libro (un epilogo, in realtà) presenta i risultati attuali nel campo delle neuroscienze per quanto riguarda dove il pensiero matematico (calcolo, ad esempio) e il pensiero letterario (metafora, per esempio) si sovrappongono nelle funzioni cerebrali. Il mio corso di laurea è stato in Scienze Cognitive e Filosofia, e non ho mai smesso di essere interessata alla ricerca sul cervello. In effetti, gran parte del mio lavoro sulla letteratura medievale e rinascimentale è relativo a questioni scientifiche e matematiche. Non sorprende, quindi, che la FS italiana sia ora tra i miei progetti! Per quanto riguarda la Biblioteca Vaticana: si tratta di una delle più belle biblioteche in cui io abbia mai lavorato. Ha tutto: un patrimonio incredibile, efficienza, bellezza, bibliotecari gentili, e una caffetteria costruita all’interno di un’antica fontana.

MM: Allora, in generale come ti sei trovata?

Arielle Saiber: E’ stato un viaggio meraviglioso! Mio marito, Kavi Montanaro, che è anche un appassionato di fantascienza, mi ha accompagnato a molti degli incontri, dei pranzi e delle cene, ed ha eroicamente sforzato il suo italiano a nuovi livelli di fluidità.

I primi giorni sono stati a Vigevano, dove ho lavorato con Giuseppe Lippi, curatore di Urania presso Mondadori.  alla nostra antologia, dal titolo provvisorio “Fantascienza: An Anthology of Italian Science Fiction (1860s-1960s)”. Sono molto onorata di lavorare con Giuseppe, che è una vera e propria enciclopedia della FS e della sua tradizione, ed uno straordinario lettore, scrittore ed editore. La nostra antologia sarà per la Wesleyan University Press (una casa editrice accademica con la migliore serie di studi scientifici sulla fantascienza negli Stati Uniti). “Fantascienza” sarà la prima antologia di fantascienza italiana in inglese.

-A Vigevano, Giuseppe ha organizzato una cena con l’eccellente scrittore Dario Tonani, i superbi traduttori Laura Serra e Silvia Castoldi; e Mauro Catoni, alias Gort, il collezionista e creatore del sito SF quadrante  che generosamente mi ha aiutato a trovare tonnellate di materiale quando stavo scrivendo l’articolo The Fiction of Italian Science Fiction

-Mentre ero nell’area di MILANO, mi sono incontrata con il professor Carlo Pagetti e la sua studentessa Giulia Iannucci, che ha appena completato una tesi sulla SF italiana. Ho partecipato anche ad un magnifico pranzo organizzato e co-cucinato da Luigi e Marina Petruzzelli. Luigi sta facendo un lavoro instancabile ed eccezionale come redattore ed editore delle Edizioni della Vigna. A pranzo ho avuto l’opportunità di incontrare il grande illustratore Giuseppe Festino e il prodigioso collezionista Dario Vaghi.

-Poi a Bologna, dove ho avuto il mio primo pranzo con Giovanni De Matteo, uno dei fondatori del Collettivo del Connettivismo e straordinario giovane scrittore la cui opera sto seguendo. Darò una conferenza sulla sua scrittura e sul Connettivismo alla Society for Literature, Science, and the Arts a ottobre. Il giorno dopo ho incontrato per pranzo Valerio Evangelisti e sono stato sopraffatta dalla sua gentilezza. Abbiamo parlato per quasi 3 ore di fila. Il mio stupore per la sua erudizione, talento, visione e impegno, non poteva che aumentare. Ho anche avuto la possibilità di trascorrere del tempo con la meravigliosa autrice Debora Montanari, che è diventata una cara amica, e Jadel Andreetto (di Kai Zen), che sta facendo ottimi lavori di natrrativa e di critica. E come bonus, ho avuto modo di incontrare Marco Cordero di Genova, che ha iniziato una nuova casa editrice chiamata Cordero Editore, ed ha appena pubblicato la sua prima antologia FS “Sognavamo macchine volanti”, che ha invitato gli autori a scrivere racconti nello stile della FS degli anni ‘60. A Bellaria poche settimane dopo avrei incontrato il bolognese Armando Corridore e Ugo Malaguti, di Elara Libri.

Le successive settimane sono stata a Firenze. Ci sono stata soprattutto per fare ricerche per un libro sulle conversazioni tra matematica e letteratura nel Rinascimento, ma ho avuto un pranzo fenomenale al Teatro del Sale con il sociologo e scrittore Carlo Bordoni, che è anche l’editore della superba rivista/blog “IF: Insolito e Fantastico, e gli incredibilmente prolifici Gian Filippo Pizzo e Walter Catalano. Ho anche avuto modo di incontrare per cena in un’altra occasione il brillante studioso germanista ed autore FS professor Alessandro Fambrini.

E poi, a Bellaria per Italcon. Lì ho incontrato così tante persone che sarebbe impossibile elencarli tutti, e mi scuso se qualcuno che ho incontrato e non menziono sta ora leggendo questo articolo. Accludo un elenco di nomi qui di seguito. Un ringraziamento particolare, però, va a Gianni Montanari che mi ha coperto di libri, e mi ha intrattenuto con episodi del suo passato e dei suoi anni di lavoro redazionale per Urania.

Ho incontrato:

alcuni scrittori del Collettivo Connettivismo, Giovanni Agnoloni e Sandro Battisti, Giovanni De Matteo, Lukha Kremo (che è anche l’editore di Kipple Officina Libraria), e Francesco Verso. Ho avuto la possibilità di intervistare Battisti, De Matteo, Kremo, e Verso sulle origini, la visione, e la produzione dei Connettivisti.

lo scrittore, redattore, editore, organizzatore di Italcon Armando Corridore di Elara Libri (che gentilmente mi ha ospitato in questa conferenza e mi ha anche regalato molti libri)

l’autore e regista Luigi Cozzi

lo scrittore, critico, e redattore Gianfranco De Turris (che avrei incontrato di nuovo a Roma)

lo scrittore e critico Domenico Gallo

Luigi Lo Forti, scrittore, editore, e l’editore della nuova rivista, ALTRI Sogni: Rivista digitale di horror, sci-fi, e strano

lo scrittore, critico, redattore e editore di Elara Libri, Ugo Malaguti

Davide Monopoli del Museo del Fantastico a Torino 

lo scrittore, redattore, editore e critico Gianni Montanari

gli scrittori Vittorio Piccirillo e Donato Altomare

lo studioso e critico Salvatore Proietti (che avrei incontrato di nuovo a Roma)

l’editore Marco Solfanelli delle Edizioni Solfanelli

il direttore ed editore Silvio Sosio di Fantascienza.com  e Delos Books 

Sono stata a Roma due volte. La prima volta, ho avuto il piacere di pranzare con l’eccellente studioso, il professor Salvatore Proietti. Nella seconda occasione, ho avuto un pranzo con l’autore, critico ed editore Gianfranco De Turris, i cui studi sulla proto-SF sono stati particolarmente importanti per la mia ricerca, e che mi ha dato molti libri che in precedenza avevo potuto solo prendere in prestito da biblioteche e mai avevo pensato che sarei stata in grado di possederli! Nel corso di questa stessa visita, ho cenato con studioso e critico Umberto Rossi, con il quale ora sto collaborando su un numero speciale sulla FS italiana per la rivista accademica Science Fiction Studies, la prima rivista accademica degli Stati Uniti a pubblicare un intero numero dedicato alla FS italiana. Sempre in questa seconda visita ho avuto l’opportunità di incontrare l’incredibile Massimo Mongai, con il quale sono stata in corrispondenza per oltre un anno. Nello stile di Rudy “Basilico” Turturro, ha cucinato una squisita cena, a cui ha partecipato un trust di cervelli di scrittori: Lanfranco Fabriani, Francesca Garello, Francesco Grasso, e Francesco Troccoli, l’instancabile lettore ed organizzatore del premio RiLL Alberto Panicucci; e lo sceneggiatore di fumetti Marco Scali (ammetto di conoscere poco i fumetti, ma apprezzo molto quello che ho imparato da Scali).

Anche se non ho avuto la possibilità di incontrare, ahimè, il compianto Vittorio Curtoni, ho avuto l’onore di corrispondere con la moglie, Lucia Paretti-Curtoni. E ‘stato anche un piacere avere incontrato il figlio di Riccardo Valla all’Italcon.

Vorrei esprimere la mia gratitudine per l’incredibile generosità di tutte le persone che ho incontrato durante questo viaggio. Tutti mi hanno dato copie dei loro libri, o libri che come editori avevano pubblicato, o prime edizioni delle pubblicazioni di Galassia, Futuro ecc, o in caso di Festino, stampe del suo lavoro! Potrei avere la più grande collezione di fantascienza italiana in Nord America, a questo punto. Questa estate un mio studente lavorerà a catalogare tutto, e questo vi può dare la misura di quanto è grande ora la collezione!

MM: Di solito gli americani in visita in Italia ingrassano, è successo anche a te?

AS: Sì e no. Sì, perché sono impazzita per la pasta come faccio sempre quando sono in Italia, e no, perché ho camminato molto di più di quanto faccio negli Stati Uniti. E’ stato un gioco a somma zero per me, come è di solito.

8 luglio 2013 Posted by | Fantascienza | , , , , , | 3 commenti