Il Tredicesimo Cavaliere

Scienze dello Spazio e altre storie

La Difesa Planetaria spiegata grazie all’asteroide Apophis

Quando viene scoperto un nuovo asteroide, gli astronomi rilevano i parametri fondamentali della sua orbita e li usano per sviluppare proiezioni di lungo periodo (fino a 100 anni nel futuro!) e verificare se esiste la possibilità di un impatto con la Terra. Se tale evenienza è possibile, si calcolano le coordinate dei potenziali punti di impatto che, riportati su una proiezione di Mercatore del globo terrestre, si dispongono lungo delle caratteritiche linee curve, orientate da ovest a est, chiamate “corridoi di rischio”. (La figura in alto mostra il corridoio di rischio dell’asteroide Apophis nel suo incontro con la Terra nel 2036 – courtesy Wikipedia). Mentre la larghezza del corridoio, nella realtà, misura poche decine di chilometri, la sua lunghezza dipende dall’accuratezza dei dati relativi all’orbita dell’asteroide: a una maggiore precisione corrisponde una diminuzione della lunghezza del corridoio, che, per successive approssimazioni, può ridursi fino ad un segmento lungo non più di un centinaio di chilometri, definibile come il “punto di impatto certo”. Una campagna di deflessione sarà quindi rappresentata nel nostro esempio come un tentativo di portare fuori mappa il punto di impatto certo, percorrendo il corridoio di rischio nell’una o nell’altra direzione. Ciò significa, in altre parole, che l’intruso si presenterà all’appuntamento con la Terra in anticipo o in ritardo, a seconda che la sua velocità sia stata aumentata o diminuita dalla deflessione, ma comunque fuori tempo per provocare un impatto.

Il corridoio di rischio preso ad esempio attraversa varie zone: quella asiatica, che copre una vasta area siberiana a bassa concentrazione di popolazione e infrastrutture; quella del Pacifico settentrionale, che coinvolge il Giappone, le coste siberiane e l’arcipelago delle Kurili. Il corridoio percorre poi l’area più critica: la costa occidentale del Messico, i paesi del Centro America, le coste della Colombia e del Venezuela (un’area densamente popolata), e infine entra in Atlantico e arriva fino alle coste dell’Africa Occidentale sahariana. Considerato che Apophis ha un diametro medio di 270 metri circa, i lettori possono servirsi del sito Impact: Earth per calcolare gli effetti immediati dell’impatto, mentre di quelli a lunga scadenza diamo notizia nella scheda Impatti in acque profonde

Con un corridoio di rischio così strutturato, la campagna di deflessione potrebbe tentare di polungare il corridoio stesso verso il Deserto del Sahara fino a bordo mappa, e oltre. Ci sono ottime probabilità che la deflessione abbia pieno successo, infatti possediamo già la tecnologia e i mezzi adatti a deflettere oggetti di diametro medio inferiore ai 400 metri senza usare armi nucleari, che comunque sarebbero sempre a disposizione in caso di necessità. Se la deflessione dovesse avere solo un successo parziale, a causa di un guasto, un errore umano, un evento imprevedibile, allora l’impatto avverrebbe molto probabilmente nelle acque dell’Atlantico o tra le dune del deserto africano.

Nel 2008 Rusty Schweickart, astronauta veterano noto come pilota collaudatore del LEM nella missione Apollo 9, a nome della Association of Space Explorers (ASE) presentò alle Nazioni Unite un progetto per dar vita alla struttura di comando e controllo per la Difesa Planetaria, articolata su tre organismi, IAWN, MPOG e MAOG, con le seguenti funzioni:

  • IAWN, un network che collega tutte le risorse hardware disponibili, come i telescopi terrestri e spaziali, radiotelescopi, radar, centri per l’elaborazione dati, al fine di scoprire asteroidi finora sconosciuti, raccogliere informazioni su di essi e verificare con nuove osservazioni i dati precedentemente raccolti sugli asteroidi già noti. Deve anche individuare eventuali possibilità di impatto e le risorse utili e le condizioni adatte per lanciare le necessarie campagne di deflessione.

  • MPOG, un organismo tecnico preposto alla progettazione e pianificazione delle campagne di deflessione richieste dal IAWN. Per ogni missione, deve anche elaborare preventivi e bilanci, progettare la catena di comando, individuare gli eventuali nodi decisionali critici e segnalarli al MAOG.

  • MAOG, un organismo politico che risponde direttamente al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Il suo compito è definire le regole e i protocolli attraverso i quali le nazioni del mondo possono esprimere la loro volontà nelle questioni attinenti la Difesa Planetaria. Tenuto conto delle indicazioni fornite dal MPOG, è inoltre compito del MAOG analizzare i nodi decisionali critici e fornire all’ONU risposte razionali. Per esempio, abbiamo visto che il modo in cui viene eseguita la campagna di deflessione comporta l’aumento o la diminuzione dei rischi transitori per i territori che sono attraversati dal corridoio di rischio. Decidere le modalità della deflessione è tipicamente compito del MAOG.

Oggi Rusty Schweickart è diventato co-presidente della Task Force sulla Difesa Planetaria, istituita dal NASA Advisory Council, e viene considerato uno dei leader di maggior prestigio nella comunità degli “asteroid-hunters”. In un suo recente articolo apparso sul New York Times, ha lodato l’impegno del Presidente Obama per far arrivare un astronauta su un asteroide entro il 2025 e ha dichiarato: “L’Ufficio per la Scienza e la Tecnologia della Casa Bianca ha appena raccomandato al Congresso di fare pressioni sulla NASA perché cominci a sviluppare un sistema completo di deflessione…. aggiungere al budget 2010 della NASA una cifra tra i 250 e i 300 milioni di dollari, e negli anni successivi una cifra di mantenimento tra i 50 e i 75 milioni annui, basterà per completare entro il 2020 l’nventario dei NEO che possono costituire una minaccia e per sviluppare e mettere alla prova la nostra tecnologia di deflessione.”

Negli ultimi giorni di ottobre si è svolta a Darmstadt, in Germania, una riunione preparatoria alla costituzione del MPOG, organizzata dall’ESA e da due ONG, la già nominata ASE e la Secure World Foundation. Al workshop, che è stato considerato un primo grande passo verso la costruzione di una struttura organizzativa per la Difesa Planetaria, ha partecipato numeroso il personale dei tre enti organizzatori e una folta delegazione della NASA. Si tratta del secondo wokshop interdisciplinare di questo tipo, il primo si è tenuto all’inizio dell’anno a Città del Messsico su iniziativa della Secure World Foundation e aveva all’ordine del giorno la creazione dello IAWN.

Fonti: ASE, Asteroid Threats: A Call for Global Response

21 novembre 2010 Posted by | Difesa Planetaria, Scienze dello Spazio | , , , , | Lascia un commento

Anomalo è bello !

Forse Queneau, Enciclopedia delle scienze anomale, grazie a un articolatissimo sistema di rimandi, può trasformarsi in una sorta di romanzo ipertestuale che si costruisce di volta in volta sulla base della curiosità e del gradimento personali. L’ispirazione del volume è dichiarata nel titolo: gli autori prendono spunto da un’ opera incompiuta di Raymond Queneau, lo scrittore francese vicino ai surre­alisti che, a partire dagli anni ’20, sviluppò una ricerca sul linguaggio perseguendo una relazione continua tra innovazione e rigore matematico e filologico dell’e­spressione. “L’enciclopedia delle scienze inesatte”, così si intitola­va il lavoro di Queneau, era dedicato ai fous littéraires (pazzi letterari), cioè a tutti quegli autori di qualsiasi disciplina che, con le loro teorie strampalate, si allon­tanano dalla norma codificata dalla società, ed era molto influenzata dal gusto, tipicamente surrealista, dell’au­tore per il bizzarro e l’insolito. Le motivazioni che hanno indotto Albani e della Bella alla realizzazione della loro Enciclopedia sono invece leggermente diverse. La descrivono come una raccolta di curiosità allestita “per documentare alcuni aspetti inusitati e sor­prendenti che si accompagnano e vivacizzano il mondo della scienza”, ma soprattutto affermano che la ragione del progetto va ricercata “nella funzione stimo-latrice e tonica, che, malgrado tutto, svolgono gli indi­rizzi eterodossi.” Non sfuggirà quanto di ludico ci sia in questa affer­mazione e, infatti, il termine ludico compare più e più volte nell’enciclopedia anche se, a dire il vero, i temi strettamente “tecnici” sono pochi e quasi tutti collegati al linguaggio (ludolinguistica, ludogrammatica, ecc.). Impariamo però, e forse anche tra i più appassionati giocatori non sono in molti a saperlo, che esiste una Teoria dell’Abilità di Giocatore, e cioè la “dottrina su come essere vincenti nel gioco senza ingannare”, elabo­rata in chiave umoristica da Stephen Potter nel libro The Theory and Practise of Gamesmanship; or thè Art ofWinning Games without actually Cheating (1947).” Le scienze trattate sono divise in due categorie princi­pali, Scienze Anomale e Scienze Improbabili, che si suddividono le prime in Alternative, Potenziali, Occulte, Dimenticate e le seconde in Eteroclite, Letterarie, Comiche e Utopiche. Il campo è, come si vede, molto ampio e, come avvisano con grande correttezza gli autori, non esaustivo. Molte voci sono accompagnate da schede di approfondimento, citazioni e figure, che ren­dono la lettura assai gradevole. A dare un senso unitario all’opera contribuisce la bella introduzione di Paolo Rossi, che, lo precisiamo per evitare malintesi, non è né il calciatore né l’attore, ma bensì uno dei maggiori storici della scienza europei. Ciononostante il confine tra buona fede e fanfaronata, tra scientificità e follia, resta indefinito e vago se non, forse, nella divisione per argomenti che fanno gli autori. Ma, in fondo, che importanza ha? Dopo tutto Forse Queneau non vuole dimostrare nulla, ma solo raccontare le impreviste vie che segue il pensiero umano e la sua immensa capacità creativa. (A.BACCA)

Fonti:  Agonistika News n.33

6 novembre 2010 Posted by | Epistemologia | | Lascia un commento